martedì 5 maggio 2020

BAMBINI NELL'ANTICA ROMA



 Anche ai bambini ai tempi dell’antica Roma piaceva molto giocare. Non è strano, un bambino è un bambino, poco importa se il bambino viva ora o se è vissuto 2.000 anni fa.
Il passatempo preferito dai ragazzi e dalle ragazze dell'antica Roma era  giocare con piccoli animali. Tali animali potevano essere di tutti i tipi, dagli insetti come le cicale o i grilli, a quelli più grandi come cani, agnelli, uccelli, conigli, anatre e oche, etc. Questi piccoli animali domestici, che rendevano felici i più piccoli, erano chiamati delicium o deliciae ed erano talmente apprezzati che quando un bambino moriva, il loro animale domestico veniva ricordato nelle loro tombe per mezzo di disegni, manufatti vari e, a volte, Il nome dell’animale o la sua raffigurazione veniva posta sull'effige della tomba.


I giocattoli per neonati comprendevano campanellini e biberon a forma di animali. I bambini più grandi giocavano con trottole, orecchini, aquiloni, bobine (usate come yo-yo) e bambole in terracotta o legno intagliato. Anche i giochi di gruppo come la mosca cieca e il lancio di noci e di ossa di animali erano molto popolari.

Un altro gioco di gruppo molto divertente era l'efedrismo: sembrerebbe che consisteva nel cercare di colpire un oggetto inchiodato a terra con una moneta o una pietra; chi perdeva doveva portare il vincitore sulle spalle e doveva cercare di raggiungere un punto prestabilito avendo gli occhi coperti dal compagno.
C'erano molti giochi a cui quasi tutti giocavano e, in molti casi, ci continuavano a giocare anche da adulti. Alcuni esempi sono i taba, che erano piccoli pezzi di osso, la trottola, il cerchio, le biglie, la mosca cieca e il nascondino. Inoltre avevano diversi tipi di giochi da tavolo, cose con cui molti avrebbero giocato per tutta la vita (dall'adolescenza all'età adulta).
Due giochi molto popolari erano della palla e la morra, un gioco simile a quello dei "cinesi", dove bisognava indovinare quante dita avrebbe mostrato l'avversario.
Ai bambini più monelli  piaceva fare scherzi. Per esempio, quella attaccavano una moneta per terra allo scopo di prendere in giro le persone che si piegavano per raccoglierla.
Le ragazze, come spesso accade anche oggi, giocavano  con bambole e piccoli servizi da tavola per imitare i grandi.


I ragazzi soventemente erano più scapestrati e amavano giocare a fare finte battaglie e impegnarsi in finti combattimenti. Inoltre, facevano casette di pietra o agganciavano topi a piccoli carretti e persino, quando erano un po' più grandi, costruivano un grande carretto trainato da un cane.


I taba, che erano piccoli pezzi di osso.


Il cerchio.



Caput aut navis: (testa o croce). Su alcune monete, la testa di "Giano" era incisa su un lato e lo sperone di una nave sull'altro. Il loro modo di giocare è identico al nostro.

Spaventare: questo gioco si chiamava "Mormolycion", un bambino si nascondeva dietro la porta e quando i suoi compagni si distraevano, presi dal divertimenti, saltava fuori all'improvviso con una maschera addosso. Alcuni per la paura cadevano addirittura a terra.

martedì 14 aprile 2020

MAMBRU SE N'E' ANDATO IN GUERRA



Malbrough s'en va-t-en guerre è senz'altro una delle più famose canzoni popolari in lingua francese. E' una lamentazione burlesca sulla presunta morte di Sua Grazia John Churchill, 1° duca di Marlborough (1650-1722): durante la battaglia di Malplaquet (11 settembre 1709), combattuta durante la Guerra di successione spagnola, John Churchill era rimasto gravemente ferito, ma non era morto.

La canzone popolare francese, nata sulla falsa notizia della morte di John Churchill, può avere avuto senz'altro un'origine anteriore di un secolo e mezzo. Una canzone soldatesca sulla morte del Duca di Guisa (assassinato nel 1563), Le convoi du Duc de Guise, mostra notevoli analogie strutturali con il testo posteriore settecentesco. Per anni e anni fu conosciuta solo nella tradizione orale; la sua "irresistibile ascesa" iniziò nel 1781, quando Beaumarchais la inserì come "canzone del paggio" nella sua commedia Le nozze di Figaro. La commedia era stata rappresentata a Versailles per il futuro zar di Russia Paolo I, ma era stata subito dopo proibita su ordine di Luigi XVI. La canzone fu poco dopo su tutte le labbra, e improvvisamente cominciò ad avere un successo clamoroso prima in Francia, diffondendosi poi in tutta Europa.  La storia racconta poi che all'enorme popolarità di Malbrough s'en va-t-en guerre contribuì anche un episodio avvenuto nel 1785, alla nascita dell'erede al trono di Francia, Luigi XVII (figlio di Luigi XVI e Maria Antonietta): una balia del Delfino, una contadina chiamata Geneviève e soprannominata “Madame Poitrine”, mentre cullava il neonato gli cantava la canzone, che piacque molto anche alla Regina.

Fatto sta che, dagli appartamenti reali di Versailles, la canzone passò nelle cucine e nelle stalle, divenendo immensamente popolare tra la gente comune.

Di città in città, e di paese in paese. Ad un certo punto, nonostante tutta l'Europa fosse impegnata a darsele di santa ragione nazione contro nazione e alleanza contro alleanza durante le guerre napoleoniche. Amici e nemici, ognuno nella sua lingua, ognuno nella sua versione. La prima versione inglese risale addirittura al 1782, ed è un fatto notevole visto che vi si ironizza su un invincibile (e invitto) condottiero britannico. Durante i suoi viaggi in Francia, Goethe dichiarò di avere cominciato a odiarla, perché la si sentiva ovunque, un autentico “tormentone”. Divenne popolarissima anche in Spagna a causa dell'influenza della dinastia borbonica sulla nobiltà iberica: con il titolo “ispanizzato” di Mambrú se fue a la guerra e con il testo scritto da tale Alberto Gómez Pastor, fu “catturata” anch'essa dai bambini che la cantavano mentre giocavano alla rayuela, vale a dire il “gioco del mondo”. Ed è una caratteristica che si ritrova un po' dovunque: l'antica canzone nata dalla satira su un condottiero diviene una canzone per i giochi dei bimbi . Dalla Spagna, la canzone si diffuse nell'America Latina.

Versione originale.


Marlbrough s'en va-t-en guerre ,mironton, mironton, mirontaine,

Marlbrough s'en va-t-en guerre,Ne sait quand reviendra.

Il reviendra-z-à Pâques, mironton, mironton, mirontaine,
Il reviendra-z-à Pâques, ou à la Trinité.

La Trinité se passe, mironton, mironton, mirontaine,
la Trinité se passe, Marlbrough ne revient pas.

Madame à sa tour monte, mironton, mironton, mirontaine,
Madame à sa tour monte si haut qu'elle peut monter.

Elle voit venir son page, mironton, mironton, mirontaine,elle voit venir son page, tout de noir habillé.

Beau page, mon beau page, mironton, mironton, mirontaine,
beau page, mon beau page, quelles nouvelles apportez?

Aux nouvelles que j'apporte, mironton, mironton, mirontaine,
aux nouvelles que j'apporte, vos beaux yeux vont pleurer!

Quittez vos habits roses, mironton, mironton, mirontaine,
quittez vos habits roses, et vos satins brodés!

Monsieur Marlbrough est mort. mironton, mironton, mirontaine,
Monsieur Marlbrough est mort. est mort et enterré.

Je l'ai vu porter en terre, mironton, mironton, mirontaine,
Je l'ai vu porter en terre, par quatre-z-officiers.

L'un portait sa cuirasse mironton, mironton, mirontaine,
l'un portait sa cuirasse l'autre son bouclier.

L'autre portait son grand sabre, mironton, mironton, mirontaine,
L'autre portait son grand sabre, et l'autre ne portait rien.

On planta sur sa tombe mironton, mironton, mirontaine,
on planta sur sa tombe un beau rosier fleuri.

La cérémonie faite, mironton, mironton, mirontaine,
la cérémonie faite chacun s'en fut coucher...
A l'entour de sa tombe, Romarins l'on planta.(Ter)
Sur la plus haute branche un rossignol chanta (Ter)
On vit voler son âme, Au travers des lauriers.(Ter)

Chacun mit ventre à terre, et puis se releva.(Ter)


martedì 7 aprile 2020

LA FIONDA




La fionda è un simpatico passatempo con cui  ancora si dilettano  i bambini in passato; non utilizzata come arma impropria, poteva diventare lo strumento per gare di tiro al bersaglio o per qualche scherzo goliardico.

Già nell'antichità la fionda era usata come arma. La si trova nell'Eneide, impugnata da Mezenzio durante la guerra tra greci e troiani: con essa il tiranno etrusco colpisce a morte un giovane siculo (figlio di Arcente), che aveva lasciato la sua patria per aggregarsi a Enea.

A seguito del processo di vulcanizzazione della gomma si è giunti alla produzione di sostanze che presentavano buone qualità elastiche e sufficientemente resistenti da resistere alla trazione. L'utilizzo di lacci di tale natura fu praticamente immediato ed è ipotizzabile che la diffusione dell'arma così modificata fosse ampia già agli inizi del Novecento.

La scoperta di fibre dalle caratteristiche elastiche maggiori e l'utilizzo per l'impugnatura di materiali più leggeri e resistenti ha portato alla produzione di fionde con una capacità di lancio notevolmente superiore a quelle iniziali.

La fionda en el  mundo.


  • Honda para gli spagnoli.
  • Zwille per i tedeschi.
  • Lance-pierre per i francesi.
  • Slingshot per i anglosassoni.
  • Estilingue per i portoghesi.


lunedì 6 aprile 2020

BARRALLICU


Barralliccu
Su barrallicu è una sorta di trottola e viene usato per l'omonimo gioco tradizionale sardo: su pipiriponi.

Non si conoscono le origini esatte del gioco, ma è certo che si è diffuso nel Campidano, soprattutto in quello di Cagliari. È praticamente sconosciuto al centro e al nord della Sardegna.

Su barrallicu oggi viene prodotto da alcune falegnamerie artigiane, ma fino a poco tempo fa veniva costruito quasi esclusivamente a mano, spesso dagli stessi giocatori. I più abili riuscivano ad intagliare bene il legno e ad ottenere un oggetto elaborato, mentre gli altri se la cavavano anche con un cubo di legno nel cui centro piantavano un chiodo lungo che sporgeva da un lato e dall'altro. Gli stessi bambini erano in grado di prepararlo in questo modo.

Sostanzialmente su barrallicu è costituito da un cubo di legno di 2 cm circa per lato di ogni faccia nella quale va inserito un perno centrale, sempre di legno o di metallo che, da un lato, sporge dal cubo di 1 cm per formare la punta e, dall'altro, di circa 3 cm per facilitare la presa.

Su ogni faccia va inserita, dipinta o incisa, una lettera:
• la T che indica "totu", cioè "tutto",
• la M che indica "mesu" (o "mitadi"), cioè "metà",
• la N che significa "nudda", cioè "nulla",
• la P che sta per "poni", cioè "metti".



Si gioca con un minimo di due giocatori, ma più alto è il numero dei partecipanti e maggiore è il divertimento. Il gioco è molto semplice e possono parteciparvi anche i bambini piccoli dotati di una buona manualità.

Su barrallicu viene fatto ruotare con le dita (sfregando il pollice e l'indice sul perno centrale) su un tavolo o sul pavimento.

Ogni giocatore deve mettere sul piatto una noce (o ciò che si decide di puntare per il gioco e che poi costituirà la posta). Dopo di che ciascuno, a turno, fa ruotare su barralliccu che alla fine cadrà su una delle quattro facce di cui è composto e presenterà una lettera.

Il giocatore che col suo lancio ottiene la T prende tutto quello che si trova sul piatto. Gli altri devono quindi rimettere ciascuno una noce sul piatto.

Se la lettera è la P il giocatore deve mettere una nuova noce sul piatto (raddoppia la posta).

Il giocatore che col suo lancio ottiene la lettera M ha il diritto di prendere dal piatto la metà di quello che vi si trova in quel momento.
Se la lettera ottenuta è la N il giocatore non perde e non vince nulla. Quando il piatto è vuoto ogni giocatore deve rimettere la noce, altrimenti il gioco termina.

Nel mondo:

Perinola in Spagna e Latinoamerica
Teetotum per gli anglosassoni
Toton per i francesi.
Nimmgib per i tedeschi.




domenica 22 marzo 2020

IL GIROTONDO

Ci siamo mai fermati a riflettere sul significato delle canzoni che canticchiavamo per ore gioendo di ingenui giochi infantili durante i lunghi pomeriggi della nostra spensierata fanciullezza?

Le canzoni costituiscono buona parte del coacervo culturale di una società e ne restituiscono una perfetta fotografia.

Le nostre abitudine diventano prima consuetudine ed infine diventano routine e senza rendercene conto arrivano a dare forma a larga parte della nostra quotidianità.
La quotidianità può portarci a perdere la perspettiva storica dell’essenza della musica popolare, ad esempio delle canzoni che cantavamo durante la nostra infanzia.

I girotondi, le corse e i balletti rappresentano alcuni dei giochi preferiti dai bambini, al di là della loro etnia. L’origine di tali giochi risale agli albori delle civiltà umana. Il girotondo trova la sua origini durante le nascita di religioni e si osserva sin dall’Età della Pietra.

Oggi giorno non è facile immaginare la quotidianità durante il Medioevo, quando le consuetudini erano ben diverse dalle nostre. Le cerimonie religiose e le feste erano eventi che si intendevano dentro un contesto gruppale, così come le canzoni e i balletti. Le corse diventavano un tipo di danza collettiva che si imprimeva a lungo nella memoria.

Ecco, qui entrano in gioco i partecipanti più temuti: le epidemie che flagellano il mondo lasciando le loro tracce nelle canzoni infantili.

La morte è fortemente legata alle peste, alle pandemie e alle epidemie che colpiscono i popoli e che nell’immaginario collettivo hanno una stretta relazione con la colpa, la punizione e la volontà divina.

Per esempio, in Italia, il mostro della peste nera, che flagellò l’Europa nel XIV secolo (1347 – 1353), ha lasciato le sue ferite impresse nel gioco del Girotondo.

Il girotondo consiste nel darsi la mano e girare in cerchio, recitando una filastrocca. La più nota recita:

Giro giro tondo

Casca il mondo

Casca la Terra

Tutti giù per terra

Aiuto

All'ultima strofa ci si ferma e ci si accovaccia.

Nella versione spagnola di questo gioco, lì chiamata corro la patata (corsa a la patata) che diventa per il resto del mondo ispanico huevo podrido (uovo marcio).

Versione spagnola:

Al corro de la patata

comeremos ensalada,

lo que comen los señores

naranjitas y limones.

Achupé, achupé

sentadita me quedé.

Alla parola "achupé", i bambini saltano in alto, prima di gettarsi a terra cantando l'ultima strofa.

Per Latinoamerica:

Jugando al huevo podrido

Se lo tiro al distraído

El distraído lo ve

Y huevo podrido es.

Significa che un bambino è eliminato del gioco.

Tale gioco nel mondo anglosassone si chiama Ring a Ring o' Roses e la sua canzoncina è:

Ring-a-ring o' roses,

A pocket full of posies,

A-tishoo! A-tishoo!

We all fall down.

Infine, la versione tedesca somiglia molto alla italiana:

Ringel ringel reihen,

Wir sind der Kinder dreien,

sitzen unter'm Hollerbusch

Und machen alle Husch husch husch!



Alle Kinder setzen sich!



Quindi, non importa la lingua, l’etnia o la religione alla fine del gioco tutti si devono accovacciare e la peste li porta via.

Chissà se in un futuro prossimo avremo un nuovo gioco infantile che ricorderà, inconsapevolmente, l’epidemia di Coronavirus che siamo attraversando oggi.